Prevenzione del diabete: il Valsartan non riduce il rischio cardiovascolare


La Metformina, l’Acarbosio, e il Rosiglitazone hanno dimostrato di ridurre l’incidenza di diabete. Tuttavia, il Diabetes Prevention Program ha messo in evidenza che l’intervento sullo stile di vita ha un effetto più potente della Metformina nel prevenire questa malattia. Infatti, il cambiamento dello stile di vita è in grado di ridurre il diabete del 58% a 3 anni e del 34% a 10 anni, contro una riduzione con Metformina del 31% a 3 anni e del 18% a 10 anni.

Sebbene la riduzione dell’incidenza del diabete sia importante, è ancora più importante determinare se la prevenzione del diabete, o il ritardo nello sviluppo di questa malattia, si tradurrà in una riduzione delle complicanze nel lungo periodo e in una riduzione della malattia cardiovascolare, che rappresenta la principale causa di morte nei pazienti con diabete mellito di tipo 2.

Lo studio NAVIGATOR ( Nateglinide and Valsartan in Impaired Glucose Tolerance Outcomes Research ) ha esaminato gli effetti della Nateglinide ( Starlix ), un farmaco simile alle sulfoniluree, a rapida azione, e il bloccante il recettore dell’angiotensina Valsartan ( Diovan, Tareg ) sullo sviluppo di diabete e della malattia cardiovascolare, in una popolazione ad alto rischio ( pazienti con alterata tolleranza al glucosio e malattia cardiovascolare o fattori di rischio cardiovascolare ).

Il razionale alla base dello studio NAVIGATOR, è che la Nateglinide appartiene alla classe il cui capostipite, la Meglitinide, ha dimostrato di abbassare la glicemia postprandiale. L’aumento della glicemia postprandiale è ritenuto essere la più comune via allo sviluppo di diabete.
Inoltre, la Nateglinide ha il vantaggio di un relativamente basso rischio di causare ipoglicemia.

La base razionale dietro la scelta del Valsartan, un farmaco che inibisce il sistema renina-angiotensina, non è ben chiara. Nateglinide e Valsartan sono due farmaci di Novartis, la società farmaceutica che ha sponsorizzato lo studio.
Solo uno studio aveva finora verificato la possibilità che l’Ace inibizione fosse in grado di prevenire il diabete, ma questo studio non ha mostrato nessuna riduzione dell’incidenza di diabete, e nessun effetto sulla resistenza insulinica o sulla funzione delle cellule beta.

I risultati dello studio NAVIGATOR sono ampiamente negativi. Nessuno dei due farmaci ha ridotto l’incidenza dei due endpoint co-primari della malattia cardiovascolare; neppure la combinazione di Valsartan e di Nateglinide, assunta da un quarto della popolazione studiata, ha prodotto benefici sugli esiti cardiovascolari.
Il solo risultato positivo è stata una debole riduzione, anche se statisticamente significativa, nell’incidenza di diabete con Valsartan. Tuttavia, il risultato è estremamente modesto: riduzione relativa del 14% e riduzione assoluta del 3.7%, rispetto al placebo, nel corso di 5 anni di follow-up.

Sorprende l’assenza di effetto del Valsartan sulla malattia cardiovascolare. E’ stato ipotizzato che sul risultato abbia inciso la scarsa aderenza alla terapia con l’antagonista del recettore dell’angiotensina II ( 34% alla fine dello studio ).

In conclusione, i risultati dello studio NAVIGATOR non forniscono evidenza che la riduzione dell’iperglicemia postprandiale abbia uno specifico ruolo nel prevenire il diabete o nel ridurre la malattia cardiovascolare. Inoltre la Nateglinide ha mostrato di essere un farmaco non-efficace.
L’impiego di Valsartan in questi pazienti, non trova impiego, primo perché il sartano esercita una debole azione nella prevenzione del diabete, e secondariamente non abbassa l’incidenza di malattia cardiovascolare.
La prevenzione del diabete rimane ancora un tema aperto, ma alla luce di questi risultati gli interventi sugli stili di vita rimangono l’opzione di scelta, e nei pazienti selezionati, può risultare utile l’impiego della Metformina. ( Xagena2010 )

Nathan DM et al, N Eng J Med 2010


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